L'orchestra Rascasuelos (un gioco di parole che inverte la parola rascacielo -grattacielo- per farla diventare -"grattasuolo"-) e' una delle orchestre emergenti di Buenos Aires che propone un progetto musicale realmente ardito e accattivante: danno forma ad un sound potente e graffiante, a volte persino dissonante, utilizzando l'orchestrazione acustica tipica delle orchestre tradizionali. Il cantante, Limon Garcia ha un modo di cantare che mi ricorda al tempo stesso il Goyeneche del periodo d'oro e il Tom Waits (di qualsiasi periodo, tanto e' sempre d'oro). Quando l'ho conosciuto, un anno fa, gli ho chiesto perche' avesse deciso di dedicarsi al tango, dopo una lunga esperienza nel rock. "Perche' il rock e' morto" mi ha risposto, "perche' i suoi padri sono ancora quasi tutti vivi. Il padri del tango, invece, sono tutti morti. Quindi o il tango si rinnova e fa qualcosa di nuovo, o muore." Niente male, come risposta. Invece, nel vigore sonoro del bravissimo bandoneonista, Patricio "Tripa" Bonfiglio, si riconosce distintamente l'esperienza passata nella Fernandez Fierro.
Nel loro primo disco, con 11 brani originali, c'e' molta metropoli, in tante dimensioni diverse. E' la città che a volte assume connotati liquidi e densi, e altre volte diventa dura e arida. E' il luogo dell'alienazione e della solitudine piu' estrema (Hoy), ma anche il luogo della contestazione collettiva e della lotta. E uniti a questi temi si fondono alcuni altri che sono piu' tipici del tango tradizionale, come il ricordo (Cantaba Tangos), sempre riproposti attualizzandoli e senza indugiare nei cliché.
Insieme al progetto "Rascasuelos: Tangos Vivos", che e' interamente dedicato alla musica originale, gli stessi artisti sviluppano in parallelo un secondo progetto chiamato "Rascacielos: Tangos Muertos", che invece ripropone in chiave contemporanea i grandi classici della storia del tango. Il posto migliore per ascoltare i Rascasuelos e' la Milonga in Orsay, dove sono di casa (il Tripa l'ho conosciuto che stava cucinando impanadas, Limon lo trovate piu' probabilmente dietro il bancone del bar, ;-) ).
Ecco alcuni link a Brani dei Rascasuelos che trovate su you tube:
Non c'è bisogno di complessità o di novità, perché le orchestre tradizionali e contemporanee già riescono magistralmente da sole a toccare ogni virgola del sentire umano.
Però a volta mi capita che il corpo cominci a muoversi da solo su una musica che non è un tango, ma con movimenti di tango, perché la vibrazione di quel brano muove corde interiori e inconsapevoli che senza volerlo collego allo scorrere del tango nel sangue e nel corpo.
Di seguito alcuni brani che mi hanno trasportato dentro un tango.
Ecco un documentario passato dalla BBC qualche anno fa (intorno al 2005) dove si raccontava il fenomeno emergente del tango argentino, per bocca di personaggi come Chicho e Eugenia, Javier e Geraldine, etc.. Oggi forse le cose sono un po' cambiate, specie in Argentina, ma lo sguardo dei reporter della BBC e' sempre acuto e ben documentato e vale la pena....
Sebastian Arce e Mariana Montes sono oggi da molti considerati ballerini piu' tecnici, eleganti e virtuosi della scena mondiale. Guardando questo video, soprattutto verso la fine, si capisce perche'....
Nemmeno visionando molte volte questo filmato al rallentatore sono riuscito a risolvere il movimento della gamba di Sebastian negli enrosques finali...pazzesco.
Certamente, in questo stile, Sebastian e Mariana combinano una straordinaria eleganza con un virtuosismo e precisione ritmica, proiettando un'immagine tutto sommato tradizionale, quella dei ballerini di tango in abito da sera e gelatina nei capelli, per intenderci. Comunque, il loro stile di ballo e' certamente moderno, frutto di una sintesi di tanti stili differenti.
Tuttavia, chi bazzica nel tango da qualche anno ha avuto modo di conoscere gli esordi di questa coppia, che fino a qualche anno fa si collocava tra quelle puntavano a stravolgere e rivoluzionare gli schemi tradizionali del tango, sia dal punto di vista delle scelte musicali, che del modo di ballare e dell'immagine.
Questo video e' esemplificativo di un periodo in cui la coppia lavorava spesso con Frumboli e Parrilla (prima) e Frumboli e Sepulveda (poi). Certo che Arce era parecchio tamarro!
(Tra parentesi, nel filmato qui sopra Arce rivela la sua vera identità: e' in realtà il modello cui si e' ispirato Corrado Guzzanti per creare il personaggio "Lorenzo":
)
In quegli anni, molti criticavano Arce dicendo che il suo non era tango. Altri invece dicevano che, in fondo, una brutta copia di Chicho Frumboli. Infatti, poco tempo dopo, la collaborazione con Chicho finisce (malamente) e le prime differenze stilistiche si cominciano ad emergere:
Di li e' cominciato un percorso di ricerca che li ha portati a sviluppare lo stile personale e unico che si vede nel primo filmato.
E' ovvio che i due formano una straordinaria coppia, una di quelle che rimarra' nella storia del Tango. Tuttavia, personalmente, trovo che nella ricerca di uno stile pulito e tecnicamente impeccabile, la coppia abbia perso molto della sua grinta iniziale, del suo mordente, della sua "terra". In fondo, a me piace veder ballare un tango che non ha paura di sporcarsi le mani qualche volta. Forse perche' a me piace guardare i ballerini che si cercano sempre, anche se la loro postura non e' impeccabile e se qualche volta si scontrano.
L'arte è la più sincera e inconsapevole espressione umana che incontro, perché, come l'Uomo, può sopravvivere alla storia solo evolvendosi e contaminandosi. Così come la vita di ogni giorno ci pone di fronte ad una nuova direzione di pensiero ad ogni angolo della strada **se solo lo vogliamo** così l'arte **che per natura lo vuole** si nutre e cresce contaminandosi... Vi propongo questo dialogo di danza classica e contact improvisation, augurandovi che domani possiate incontrare qualcosa che sconvolga il vostro pensiero comune, e che possiate accogliere questa novità con gioia e insensatezza, consapevoli che solo facendo vostro lo stupore potrete rendere giustizia al nuovo giorno...
Tra i miei propositi per l'anno nuovoho inserito quello di cercare di essere meno accomodante e meno diplomatico. E allora comincio subito da questo blog: non esiste una distinzione piu' vuota, artificiale e fuorviante di quella tra il sedicente "Tango Tradizionale" e il cosiddetto "Tango Nuevo". Si tratta di una interpretazione spinta da motivazioni puramente commerciali di un fenomeno comune a tutte le forme artistiche: l'evoluzione.
Boleos, ochos, sacadas non esistevano nei primi decenni del secolo scorso. I principi di circolarita' ed i movimenti fuori dall'asse di equilibrio sono stati sviluppati da Naveira e collaboratori studiando il modo di ballare "apilado" dei vecchi milongheri. Ma allora il tango tradizionale quando e dove finisce? Tra parentesi, qualcuno puo' dirmi dove, tra il Miles Davis di "Miles Ahead" e quello di "Tutu'", finisce il jazz e comincia il rock? Ed esattamente a che punto, tra Monet e Kandinski, l'arte si puo' cominciare a chiamare astratta? Insomma mettiamocela via: in nessuna forma d'arte, tanto piu' se di origine e matrice popolare come il tango, puo' esistere una distinzione netta tra tradizione e innovazione. La cultura e' tale solo se accetta questo dato di fatto, se si evolve e si modifica continuamente, e soprattutto se rifiuta le definizioni rigide ed i confini fisici, geografici e soprattutto mentali.
Negli ultimi dieci anni, insieme a Lidia ho seguito e riseguito stage e lezioni con artisti che vengono da molti considerati come i padri del "Tango Nuevo", come C. Frumboli, S. Arce, F. Moreno, G. Naveira, D. Frigoli, P. Veron e altri. Ebbene, in ciascuno di loro ho potuto constatare un grande interesse per la ricerca di nuovi movimenti e lo sviluppo di nuove metodologie didattiche, o nuove contaminazioni. Ma insieme a tutto ciò ho registrato il rifiuto nettissimo del concetto di "Tango Nuevo".
Ma allora viene da domandarsi: se i persino i piu' grandi innovatori del tango di oggi rifiutano questa definizione, perche' la si sente usare ancora così' frequentemente? Mi sono dato due risposte: La prima, perche' fa comodo a molti organizzatori e a molti insegnanti (anche autorevoli). Infatti, permette ad alcuni di farsi forieri del "vero tango" (quello con la "T" maiuscola, quello "puro" e "tradizionale") e ad altri di indossare la maglia di interprete del tango nuovo ed innovativo. Abili operazioni di marketing, insomma.
La seconda risposta e' che e' infinitamente piu' facile caratterizzarsi e caratterizzare un modo di ballare con un'etichetta, piuttosto che seguire un percorso di ricerca personale lungo e laborioso, che ci spinge a continuare a studiare e a rinnovarci.